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venerdì 21 agosto 2015

La comunità ebraica di Budapest



La storia degli Ebrei e delle grandi città europee è notoriamente strettamente intrecciata e lo è anche a Budapest, ma in modo particolare e diverso rispetto ad altre città. La ragione non sta solo nel fatto che  gli ebrei hanno lasciato la loro impronta  significativa nella città - a Budapest c'è la più grande sinagoga  d'Europa -  ma, a differenza di altre parti dell'Europa orientale, la parola d'ordine della comunità ebraica ungherese era stata l'integrazione nazionale.

Gli Ebrei a Budapest erano circa 200.000, un quarto di tutta la popolazione, il che ne faceva la più grande comunità cittadina europea. Non parlavano l'yiddish.   Molti non erano praticanti o lo erano formalmente. Inoltre si sentivano ungheresi a tutti gli effetti. I matrimoni misti erano frequenti e molti cognomi erano stati "ungherizzati". Gli Ebrei partecipavano alla vita politica ungherese, spesso in ruoli preminenti. Non erano solo artigiani, ma erano buona parte degli architetti, degli ingegneri, dei professionisti  e dei commercianti e banchieri cittadini. Il settore industriale era prevalentemente in mano loro.  Secondo uno studio della Civiltà Cattolica "Soltanto nella città di Budapest sono ebrei: il 47% degli avvocati, il 62% dei veterinari, il 37% dei farmacisti, il 40% degli ingegneri. Anche la stampa ha una grande percentuale di ebrei: il 36% dei giornalisti sono ebrei e nella città di Budapest il 67%. Ebrei sono 14 dei 18 quotidiani e 5 dei 6 settimanali; delle 263 tipografie 163 sono ebree e delle 271 librerie 198, mentre su 6 Case Editrici 4 sono ebree.». Quasi totale era il controllo del settore finanziario: "Su 324 Banche ed Istituti di credito 223 sono nelle mani degli ebrei, e circa il 40% degli impiegati sono tali."

Ne conseguiva che la committenza di buona parte dei palazzi di Budapest era ebrea. Ödön Lechner costruì le tombe di alcune importanti famiglie ebree e un suo allievo ebreo,  Lipót Baumhorn, progettò alcune delle più importanti sinagoghe ungheresi. Una splendida tomba al cimitero ebraico di Kozma utca, quella della famiglia Griesz, è opera di un altro importantissimo architetto ungherese: Béla Lajta. Béla Lajta stesso era ebreo. Il suo vero cognome era Leitersdorfer. Era figlio di un sarto, mestiere molto diffuso tra gli ebrei, e suo padre di chiamava David. Lo stesso stile della secessione ungherese venne poi visto come un esempio di architettura ebraica e avversato dagli elementi antisemiti della società ungherese.

In realtà lo stile conteneva molti elementi del folklore ungherese fusi con elementi decorativi della tradizione ebraica e orientale. In questo modo l'intellighenzia liberale ebraica  sottolineava ulteriormente la propria lealtà alla nazione e contribuì al rinnovamento delle sue forme architettoniche. L'aspetto attuale di Budapest e gran parte del suo fascino vengono da questa tradizione.

Per rendersi conto dell'integrazione cuturale della comunità ebraica bisognerebbe cominciare l'approccio alla comunità ebraica proprio visitando i cimiteri ebraici di Budapest.  

Ingresso del Rakoskeresztur
Entrambi i cimiteri sono in pessime condizioni. Quello vicino al Kerepesi (Salgotarjani utca) può essere difficile da visitare, più facile la visita del cimitero Rakoskeresztur di Kozma utca 6, vicino al nuovo cimitero pubblico (Újköztemető). Vi sono sepolte 300.000 persone. A differenza dei cimiteri ebraici diffusi nel resto d'Europa salta all'occhio immediatamente la differenza. Qui infatti si nota subito la presenza di figure umane e di elaborati mausolei, di solito assenti nei cimiteri ebraici. In particolare spicca il mausoleo della famiglia Schmidl, realizzato dal padre dell'architettura ungherese Ödön Lechner e da Bela Lajta. Pessimo lo stato di conservazione e il cimitero meriterebbe un restauro adeguato.

In classico stile art noveau è anche la sinagoga di Kazinczy utca.

Chi ha tempo e voglia di visitare anche altre città dell’Ungheria potrebbe vistare la città di  Szeged. A  Szeged (170 km da Budapest) c’è la quarta sinagoga al mondo, progettata da Baumhorn. La città per altro è molto bella e merita una visita.